Cantina 837

 

il vino più alto del Friuli Venezia Giulia

Il cambiamento climatico e la diffusione di vitigni resistenti alle temperature rigide stanno facendo di Forni di Sotto il candidato ideale per una rivoluzione del vino friulano. Scopri con noi la Cantina 837, la più alta del Friuli Venezia Giulia!

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Cantina 837 a Forni di Sotto

837 metri di audacia”

Che il Friuli Venezia Giulia sia una terra vocata alla produzione di vini di altissima qualità è sempre più noto dentro e fuori i confini regionali. Oggi però vogliamo portarvi in Carnia, un territorio che inizia ora ad affacciarsi al mondo del vino. Il cambiamento climatico e la diffusione di vitigni resistenti alle temperature rigide stanno facendo di Forni di Sotto il candidato ideale per una rivoluzione del vino friulano. Cosa, dove e come, ma chi? La visione di Roberto Baldovin, viticoltore-enologo-filosofo, e dei suoi soci sta portando a 837m sul livello del mare, da qui il nome della Cantina, una visione dell’enologia che sa di futuro.

Abbiamo avuto l’onore di conoscere Roberto, che ci ha spiegato il suo progetto. Il sito web della Cantina recita “837 metri di audacia”, e quello che ci ha raccontato fra i vigneti incredibili è davvero audace, e reale.

Ci siamo trovati in uno di quegli incroci fra territorio, persone e momento che hanno il sapore della storia. Abbiamo visitato la cantina prima della sua apertura, a cavallo fra le ultime bottiglie del rodaggio iniziale e l’imbottigliamento del vino di questa annata. Ora Cantina 837 si trova in centro a Forni di Sotto, vicino alla piazza principale, ben evidente. Apre su prenotazione per degustazioni, fra le botti e con una splendida vista sui quei monti che Roberto ama raffigurare nelle etichette dei vini.

Il Progetto di Roberto Baldovin

Forni di Sotto, il suo territorio. L’ha potuto fare grazie ai suoi due soci, Claudio Coradazzi e Andrea Marcato, ma anche grazie ai PIWI: i vitigni resistenti ai climi rigidi e alle malattie. Conoscere la Carnia è l’ingrediente segreto di questi ragazzi che hanno deciso di avverare il sogno di portare il vino di alto livello nelle Dolomiti della nostra regione.

Una visione enologica di eccellenza che è accompagnata da un progetto solido, che vede già all’orizzonte una nuova cantina immersa nei boschi. Architettura di sintesi fra tecnologia e natura che ospiterà la parte di cantina vera e propria, la sala degustazioni e la vendita diretta, ma non solo. L’hospitality è una componente fondamentale delle cantine contemporanee. Troveranno quindi casa in 837 un ristorante e delle camere per i turisti, il tutto rigorosamente sostenibile ed ecocompatibile. Ma come si può fare eccellenza nella ristorazione senza integrarsi con il territorio? E quindi Cantina 837 ha dato vita a una rete d’impresa con allevatori e agricoltori della valle per condividere le materie prime più ricercate, che daranno vita a piatti autentici.

Stay tuned insomma!

I vigneti…

La nostra regione ha tantissimi vigneti, possiamo trovare cartoline indimenticabili di collina, pianura e persino in Carso con il mare di sfondo.

Beh, che dire, un vigneto fra gli abeti con le montagne tutt’attorno è davvero mozzafiato. Non avevamo mai visto una cosa del genere, e a ragion veduta! Il Friuli Venezia Giulia, ci spiega Roberto, è l’unica regione alpina che ancora non aveva delle cantine “in quota”, da qui anche il nome, a rimarcare la viticoltura eroica.

La vite, inevitabilmente, assorbe quello che ha intorno, l’uva porta con sé quei profumi e sapori fino nella bottiglia. Se quindi una malvasia istriana avrà dentro il profumo del mare, cosa si troverà in una bottiglia della Cantina 837?

…e i vini

La Carnia. Assaggiare i vini di Roberto ti proietta istantaneamente in quella terra, o terroir come si dice nell’ambiente. Il calice sprigiona con eleganza i profumi del bosco, che a chiudere gli occhi ci si sente davvero a Forni.

Roberto lavora con Solaris e Sauvignon Kretos, vitigni resistenti che per la prima volta mettono piede in regione, ma che grazie al suo lavoro si trasformano in tre etichette esaltanti, presagio di un futuro da protagoniste: Prinzìpi, Mezàn e Vicus. Uno spumante e due vini bianchi fermi che sanno parlare del territorio con passione commovente. L’uso del legno per l’affinamento arricchisce di profumi, sfumature e colori dei vini che convincono da tutti i punti di vista. Da una bolla calice da aperitivo per eccellenza, a due vini fermi che sanno farsi bere da soli come a tavola, magari accompagnati ai cjarsons, perché no?

Una perla di montagna

Camminare per le vigne più alte della Carnia, degustare vini assolutamente unici e scoprire qualcosa di assolutamente nuove per il territorio e con una visione così illuminata e lungimirante è stata un’esperienza indimenticabile. Ci siamo sentiti veramente come all’inizio di qualcosa di nuovo, grande e soprattutto molto bello.

La passione di Roberto, Claudio e Andrea non è solo contagiosa, ma un esempio di come un territorio isolato come la Carnia può diventare un protagonista dell’eccellenza mantenendo identità e valori sotto il segno della sostenibilità.

Vi lasciamo con questa frase che Roberto ci ha detto con la saldezza che solo chi ha le radici piantate in quelle montagne sa avere, e che ci ha colpito ed esaltato: il vino è il futuro della Carnia.

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